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Monthly Archives: February 2014

la moda milanese chiude l’era dell’ancella, del maschio e del focolare, proiettando la donna nel futuro, dove sarà libera di “scendere dal tacco 12” (parola di Ennio Capasa), finalmente consapevole che “piacersi è più importante che piacere” (copyright Frida Giannini).

Un nuovo femminismo che disegna una donna tosta, forte ma mai aggressiva, femminile senza sdolcinature, attraente perché scevra di sguaiatezze. E’ una vera rivoluzione del costume quella portata in scena dagli stilisti nei sei giorni di sfilate milanesi. E nel consueto effetto a cascata, che nasce dalle passerelle e passa per le catene del fast fashion e finisce persino nei mercati (ricordate l’illuminante discorso di Miranda-Meryl Streep sul maglioncino ceruleo della sua assistente?), la nuova tendenza arriverà nelle strade già dal prossimo inverno.

Fatta questa premessa, veniamo alla moda: come vestirà questa nuova donna consapevole? Lo stile, si è già capito, vira al minimale: bando agli eccessi dunque, largo a linee pulite e tagli essenziali. State già pensando a un abbigliamento noioso, un po’ da ‘sciuretta’? Sbagliato: pulizia e rigore sono come la tela di un pittore su cui cimentare la propria creatività. Un esercizio di stile che per il prossimo inverno si concentra nelle lavorazioni, elaboratissime ma spesso quasi nascoste, come l’agugliato, che si è visto un po’ ovunque, e nei tessuti, con nuove e complicatissime trame, ma passa anche per i colori, con la riscoperta del difficilissimo e chicchissimo marrone e dei delicati e donanti toni polverosi.

Passando poi a ogni singolo capo non si può non notare il grande ritorno del blazer, ma oversize, al maschile, anche con spalle segnate, in tessuti sartoriali, magari ingentilito da bottoni gioiello o arricchito da revers in velluto e persino in pitone. La giacca del completo non solo vira alla versione da uomo, ma si trasforma in un morbido blouson, magari abbinato a una gonna svolazzante, anche se in passerella, più che sottane, si sono visti pantaloni.

Due i modelli imperanti: aderente alla coscia e largo sul fondo, un po’ anni Settanta, da portare con gli stivaletti a tacco alto, oppure a sigaretta, dal taglio maschile (ancora!), da abbinare a stringate femminilizzate da un nastro in gros grain o a slippers preziose, persino in pelliccia.

Pulizia e rigore anche per gli abiti, spesso a tunica, o ad A, come usava negli anni Sessanta, comunque corti: strong in pelle o in pitone, ricchi con decori di cristalli, neoromantici con ruches, ma sempre abbinati a stivali piatti, anche cuissard. Lunghezze ridotte anche per le gonne, quasi sempre sopra il ginocchio, nella variante a matita o svolazzante, quasi mai longuette. La difficile lunghezza a metà polpaccio passa infatti dalle sottane alle braghe, con i nuovi pantaloni ampi che lasciano scoperta la parte terminale delle gambe e richiedono caviglie sottili sottili, a meno di non nasconderle sotto un bel paio di anfibi, magari ingentiliti da borchiette fluo o dorate e persino da motivi di cristalli. Scarpe preziose e decorate quanto le borse, con pelliccia e cristalli, ma sempre dalle linee rigorose, tra la doctor bag e la clutch, il bauletto e la tracolla.

Tra i capispalla il classico cappotto, anche qui dalle forme over e dal taglio quasi maschile, si arricchisce non solo di colli e polsi di pelliccia, ma persino di tasche e spalle pelose. Ed è lei, la pelliccia, una delle grandi protagoniste del prossimo inverno, nella versione selvaggia della capra, corta e vaporosa, o in quella sofisticata del visone, intarsiato e colorato come un quadro. Bella anche nella variante ecologica e animalista, che resta comunque una minoranza. Sono poche, ma segnano comunque una tendenza a una rinnovata voglia di eleganza, le cappe, di lana o di raso, ricamate o intarsiate, con piume o cristalli, da abbinare a lunghi abiti da sera, dritti a colonna o di svolazzante chiffon, grafici o floreali, carichi di cristalli o minimali, comunque meno presenti del solito, per una donna che alle occasioni mondane preferisce la vita reale. Più persona e meno icona, ed è una bella notizia.
FMAG